Nelle Università italiane si aggirano 1,8 milioni di giovani laureati, precari. Sono già in possesso di lauree triennali, ma restano nei campus in attesa di occasioni. Tra di loro parlano di risorse umane come se fosse pane quotidiano, ma i temi manageriali sono complessi da trattare per professori e studenti e i manuali italiani per l’Hospitality Management non si trovano in biblioteca. E i prof non spiegano nemmeno le condizioni del lavoro dipendente, i contratti collettivi nazionali ed aziendali. Le risorse umane sono in continua evoluzione e gli esercizi aperti di sabato e domenica non interessano i giovani laureati. Quindi gli alberghi e i ristoranti, i palacongressi e i quartieri fieristici come fanno a funzionare senza ricambio di risorse umane? In sintesi, i discenti non hanno idea dei diritti dei dipendenti, della domanda di “flessibilità” dei collaboratori a libro paga, dell’evoluzione dei ritmi di lavoro e dei rapporti manager-lavoratori esecutivi. Considerato che le “risorse umane” impegnano in soldoni mediamente un terzo dei costi aziendali, che farà un giovane manager laureato a pieni voti che si trova a dirigere un hotel, un ristorante, uno stabilimento balneare, il Miramonti di Cortina o il Danieli di Venezia?
Questa è una semplice riflessione per gli studenti che, dopo tre/cinque anni escono felici e a pieni voti dalle facoltà di Economia, Gestione, Management e dai master di Marketing delle Università europee più famose come Bocconi, Glion, Alma Mater, Sapienza, Luiss, etc..
L’Università in generale non prevede la figura del coach, un docente che accompagna gli studenti nelle aziende che accettano di ospitarli in stage e tirocinio. Questa necessità organizzativa è nota ai rettori e ai migliori dirigenti universitari i quali continuano a gestire migliaia di iscrizioni ai corsi di laurea e ai master ad indirizzo turistico. Tra i dottori reduci delle migliori facoltà incontriamo persone che si lamentano delle scarse prospettive offerte dal proprio corso di studi, e altre che invece si dichiarano molto soddisfatte per la qualità della vita raggiunta grazie alla loro attuale qualifica. Questi ultimi non sanno che la qualità della vita nel settore Hospitality è una minaccia quotidiana per l’organizzazione del lavoro e per la guidance. 
Ogni sabato, ogni domenica i manager di hotel e ristoranti infatti si svegliano con il timore che qualche collaboratore abbia scelto la qualità della vita e gli eventi sportivi, religiosi e musicali del giorno festivo. L’occasione è giusta per segnalare a chi ha dei figli alla ricerca di un indirizzo di studio moderno che recentemente proprio a Rimini (Alma Mater) è nato un Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita. La parodia del posto fisso e la qualità della vita dei film di Checco Zalone potrebbero entrare nei test di ammissione. |