Pochi in Italia parlano l’inglese quindi non immaginano che possa verificarsi l’arrivo dei whistleblower nelle aziende, come è emerso da alcuni approfondimenti sui media internazionali. Sono figure che la normativa europea già prevede, che i servizi segreti italiani contribuirebbero volentieri a preparare, ma che le lobby cercano di ostacolare, perché sarebbe un filtro decisivo per eliminare buona parte della corruzione pubblica e privata locale, regionale e nazionale. Per ora l’Italia, il governo, l’ANAC non prevedono la presenza di collaboratori sotto copertura in servizio nelle aziende che virtualmente possono essere vittime di lobbysti, di mafie, di manager intraprendenti che favoriscono imbrogli e dipendenze da finanze oscure. Chi è il whistleblower? Per chi non avesse assistito al recente processo pubblico statunitense che ha convinto Facebook a cambiare le cose e chiamarsi Meta, è un collaboratore insospettabile che sotto copertura lavora come dipendente in aziende importanti scelte a “campione” per raccogliere tracce di illeciti di interesse generale (mai di interesse individuale). E a denunciarli pubblicamente.
Se il whistleblower fosse inserito nei Ministeri o nelle mega aziende quotate in borsa, nelle compagnie assicurative o ovunque operano le lobby, si avrebbero prima effetti positivi come deterrente e poi la cessazione di abitudini sbagliate, di privilegi e debolezze procedurali che portano a operazioni illegittime. |