Tutti i settori economici, turismo compreso, sono alla costante ricerca di data scientist ovvero di persone, solitamente ingegneri, che hanno il compito di elaborare algoritmi e di estrarne informazioni e tendenze, anche su viaggi e vacanze. Come fossero una moderna palla di vetro.
A loro gli operatori turistici pensano di poter chiedere qualunque cosa e quindi di poter ottenere anche una adeguata risposta. Peccato che non funziona proprio così. Perché le tonnellate di dati che anche nel settore turistico sono disponibili, non valgono nulla se non c’è chi, grazie ad esperienza e competenza, è in grado di interpretarli, ricondurli alla contingenza, relativizzandoli alla destinazione o all’azienda. E grazie a questi dati elaborare strategie e tattiche. Sempre più spesso, tra l’altro, si punta a raccogliere dati che riguardano il presente, tralasciando completamente il passato e il futuro. E dimenticando soprattutto la componente qualitativa del dato, quella che ci fa decidere di scegliere una località piuttosto che un’altra, preferire un certo albergo o una certa compagnia area. E perché scegliamo di fare vacanze solo nei periodi convenzionali? Solo perché è in quei periodi che abbiamo le ferie o periodi di tempo liberato dal lavoro. Cambieremmo se trovassimo offerte adeguate e località turistiche balneari o montane “aperte” anche fuori dai 90 giorni di stagione?
I dati possono certamente dare qualche indicazione, ma non dicono nulla sull’esperienza diretta del consumatore e sul perché delle sue scelte se non si “parla” direttamente con il turista per garantirgli un’esperienza di vacanza e soggiorno unica e irripetibile.
Detto questo per cominciare, la raccolta dei dati e la loro conseguente elaborazione hanno un grossissimo potenziale, soprattutto per decidere quante infrastrutture, quante aziende possono esistere a regime, quante possono aprire e su quanti ospiti potranno contare per dare vita a un sistema di ospitalità internazionale.
Un nostro partner è un grande esperto di sondaggi telefonici, che sono particolarmente utili anche nel settore turistico. I sondaggi telefonici sono efficaci per capire cosa pensano davvero le persone, in positivo o anche in negativo. Ma sono importanti soprattutto perché i dati sono raccolti da esseri umani. C’è però un altro problema: gli elevati costi e la difficoltà di raggiungere correttamente le persone. In questo modo si perde l’opinione di una vasta parte della popolazione e si opta sempre più per i sondaggi online.
Non basta saper raccogliere i dati. Il vero valore aggiunto è sapere leggere tra le migliaia di righe quell’informazione in più che consente di approfondire il trend e di andare oltre. |