Intervista di Pierangelo Soldavini e Francesco Pagano, autori di The (CEO) Factor (Il Sole 24Ore) all’attore Luca Zingaretti al Salone del Libro di Torino
La scarsa gentilezza è diffusa un po' ovunque: aggressioni verbali sono all'ordine del giorno e certamente il clima di paura e incertezza creato dalla pandemia e della guerra non facilitano il fiorire spontaneo della gentilezza. Anzi sembrano aver incrementato questa disabitudine alla gentilezza. “Per gentilezza – afferma Zingaretti – intendo il trattare noi stessi e gli altri con dolcezza, intendo quella attitudine che riflette una comprensione della preziosità di ogni vita, della bellezza e dell'imperfezione, oltre a comportare sentimenti di rispetto per tutti. La gentilezza è un modo di dire agli altri «ti vedo», «ti percepisco e mi prendo cura di te», che poi è la sola cosa che veramente vogliamo, il solo autentico desiderio di tutti noi. Essere gentili «implica una profonda compassione per gli altri e per se stessi e riflette un apprezzamento della dignità di ogni essere vivente»”. Chi è capace di usare gentilezza sa risolvere i conflitti tra le persone: quale miglior modo per sgretolare la chiusura e la aggressività del prossimo di un atto gentile? Quale miglior modo per sciogliere “il magone” se non un gesto carezzevole? Nel tempo dei social, per esempio, nel tempo della maleducazione vigliacca, perché il più delle volte anonima, un gesto di gentilezza ha la forza della dinamite. Bisogna invertire la credenza che cataloga la gentilezza come un modo per mascherare la debolezza: essere gentili, con il prossimo e con se stessi, vuol dire essere forti e non deboli.
Troppo spesso ci facciamo ingannare da modelli sbagliati di leadership. Si pensa ai leader come a persone che si impongono quasi con la forza, che sovrastano, che parlano più forte, che aggrediscono. Regnare con la paura: era sbagliato ieri, lo è ancora di più oggi. Così si schiaccia la creatività, la libertà di fare parte di un team, di una squadra. Il leader vero mostra una strada possibile ma non teme di arricchirla con le suggestioni degli altri. “È un meccanismo che sperimento sui set – sostiene Zingaretti. – Il regista può terrorizzare tutti urlando e sbraitando, comandando e sovrastando tutti, ma se vuole ottenere il massimo, se vuole che gli altri lo aiutino, deve fare di quelle decine di persone un corpo unico che lavora, ognuno per il suo, con un obiettivo comune. Lavorare in un clima amicale, sereno, porta sempre risultati migliori.
Zingaretti conclude: E il vero segreto sta nell'usare la gentilezza e l'empatia con tutti.
E proprio all’empatia, elemento cardine dell’ospitalità e dell’accoglienza, Trademark Italia ha dedicato nel 1993 un libro diventato negli anni un best seller nel settore turistico … ancor’oggi attualissimo dunque. |